Harold Jackson: il silenzioso maestro delle yard aeree
- Luca Salera

- 22 nov
- Tempo di lettura: 3 min
Tutti i record che ha stabilito e i successi che ha ottenuto, lasciano stupiti se si pensa che allora il football era fatto di corse, più che di passaggi. È stato il primo nella storia a ricevere mille yard con tre squadre diverse.
Longevità e dinamite. Il pioniere che ha vissuto un’era di quarterback leggendari

Harold Jackson non ha mai avuto il carisma mediatico di alcuni suoi contemporanei, ma la sua carriera è un monumento alla costanza, alla velocità esplosiva e alla pura efficacia. Soprannominato The Jet per la sua capacità di superare i difensori, Jackson ha attraversato due decenni di football, lasciando il segno in quattro diverse squadre e stabilendo record di yard ricevute che, al momento del suo ritiro, lo posizionavano tra i migliori di tutti i tempi. La sua storia è un omaggio alla longevità nel ruolo più esigente del football: il ricevitore.
Un inizio difficile e poi la rinascita
La carriera di Harold Jackson, proprio come quella di tanti altri giganti, non è iniziata in modo lineare. Selezionato dai Los Angeles Rams nel dodicesimo giro (già erano così tanti al tempo) del Draft 1968, viene immediatamente scambiato con i Philadelphia Eagles, dove trova il suo spazio. È con gli Eagles che Jackson fiorsce, diventando un ricevitore dinamico e il loro principale bersaglio offensivo. Nonostante le difficoltà della squadra, la sua capacità di trasformare passaggi corti in grandi guadagni o di ricevere la palla in profondità lo rende presto indispensabile.
Curiosità: Dopo aver trascorso quattro stagioni a Philadelphia (1969-1972), Jackson viene scambiato per il quarterback Roman Gabriel. Il fatto che gli Eagles rinunciassero a Jackson, in cambio di un Mvp del passato, dimostra l’alto valore che la lega attribuiva al suo talento, anche se non era ancora una superstar affermata.
L’apice della carriera e il record di yard

Il periodo più celebre, Jackson, lo vide con i Los Angeles Rams (1973-1977). Qui grazie a un attacco potente, raggiunse la sua vetta. Già alla sua prima stagione di ritorno a Los Angeles (1973), Jackson guida la NFL con 1.040 yard ricevute e viene nominato nel First-Team All-Pro, dimostrando di essere uno dei ricevitori più letali. La sua carriera è stata caratterizzata da una straordinaria longevità e produttività, in un’epoca dominata dalla corsa. Jackson è stato il primo giocatore nella storia della NFL a raggiungere cinque stagioni da mille yard ricevute, per ben tre franchigie diverse (Eagles, Rams e Vikings).
Il suo palmarès è solido con: cinque convocazioni al Pro Bowl (tra il 1969 e il 1976), due volte leader in yard ricevute (1969, 1973). Una volta leader in touchdown ricevuti (1973).
Il pioniere silenzioso e la storia

Jackson giocò per sedici stagioni in totale, concludendo la sua carriera con i New England Patriots e i Minnesota Vikings, spesso come deep threat che allungava il campo per i suoi compagni. Al momento del suo ritiro dopo la stagione 1983, Harold Jackson era il leader di tutti i tempi della NFL per yard ricevute con 10.372 yard (un record che ha mantenuto per un breve periodo) e il secondo per ricezioni in carriera (579), superato solo da Charley Taylor. Questi numeri, ottenuti in un’epoca in cui la NFL era meno orientata al passaggio, testimoniano la sua grandezza storica.
Curiosità: Jackson è uno dei pochissimi giocatori ad aver raggiunto le cinquecento ricezioni in carriera, senza mai essere una prima scelta al Draft. Questo sottolinea la sua tenacia e la sua capacità di trasformare un’opportunità in una carriera da Hall of Fame (anche se non è ancora stato introdotto a Canton, molti analisti ritengono che sia uno dei nomi più meritevoli del passato). Harold Jackson è stato un pioniere e un professionista esemplare, un ricevitore che ha dimostrato che la velocità, combinata alla consistenza, può fare la storia indipendentemente dal clamore mediatico. La sua influenza è visibile in ogni ricevitore moderno, che usa la velocità per terrorizzare la secondary avversaria.
Luca Salera



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