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Tua Tagovailoa, dopo la dipartita del general manager, resta uno degli indiziati in un’operazione di lifting della squadra


Vi siete mai chiesti quanto costerebbe ai Dolphins separarsi anticipatamente dal quarterback? Noi sì e proviamo a delineare i vari scenari col nostro affidabilissimo esperto di contratti.



Il contratto di Tagovailoa è ciò che pesa di più, sul futuro dei Dolphins, proviamo a delineare una exit strategy.
Il contratto di Tagovailoa è ciò che pesa di più, sul futuro dei Dolphins, proviamo a delineare una exit strategy.

Pur essendo solo al secondo anno dal rinnovo del contratto nelle ultime settimane, complici  anche le prestazioni alterne della squadra, si è ricominciato a parlare fra tifosi e non della possibilità di una cessazione anticipata degli accordi tra i Miami Dolphins e il loro franchise quarterback. La stagione 2025 rappresenta l’ultima tranche di ciò che i Dolphins hanno garantito alla firma al giocatore, concedendo praticamente quasi tutta la compensazione di quest’anno.

Nell’analisi di un contratto NFL però bisogna sempre guardare almeno a un anno nel futuro, perché la maggior parte degli accordi sottoscritti prevedono triggers (letteralmente, inneschi ndr) attivarsi con una stagione di anticipo. Nel caso specifico di Tagovailoa lo scorso 15 marzo un’enorme somma di denaro, precedentemente coperta solo da infortunio, è diventata garantita per intero e stiamo parlando di ben 56 milioni di dollari, ossia la compensazione relativa alla stagione 2026. Una bomba a orologeria abbastanza importante, nulla però che la franchigia di Miami non avesse messo in conto, è evidente come la struttura del contratto sia stata pensata con questa eventualità in mente, dall’analisi della gestione della parte garantita.

Vediamo, quindi, quali potrebbero essere gli scenari nel caso in cui i Dolphins, o entrambe le parti, decidano di chiudere i conti prima del previsto. Come vale per quasi tutte le situazioni contrattuali, Miami può tentare due diverse tipologie di transazione, ossia la release o la trade. Queste ultime subiscono un’ulteriore differenziazione, in base alla data di avvenuta transazione, dal momento che la lega modifica la modalità di contabilizzazione, per tutti i movimenti che avvengono in seguito al primo di giugno (6/1 come data. in scrittura statunitense).

Dunque è buona prassi rappresentare sempre quattro diversi scenari (Post e pre 6/1, divisa per release e per trade) quando si vuole ipotizzare la chiusura di un contratto.

 


Il primo scenario: la pre-6/1 release

 

Seguendo l’ordine appena illustrato, nel caso in cui i Dolphins decidano di rilasciare il proprio quarterback, prima di questo checkpoint contabile, il cap space della franchigia si ridurrebbe di ben 48.2 milioni di dollari. Questa cifra altro non è che la risultante tra il cap hit di Tagovailoa nella stagione 2026 (cioè quanto pesa il giocatore in sé sul cap dell’intera squadra) e il dead cap che si andrebbe a creare.

Essendo, in questo caso, il dead cap maggiore della cifra relativa al cap hit in quel momento (56,4 contro 99,2 milioni di dead cap), il risultato è di 42,8 milioni in negativo, che van sottratti al cap space che la squadra avrà a disposizione. Per semplificare ancora di più il concetto basta rappresentare la cifra relativa al dead cap (99,2 milioni) come il nuovo cap hit del giocatore, perché a tutti gli effetti è questo ciò che accade.

Questa cifra rappresenta la somma della compensazione relativa alla stagione 2026, garantita come illustrato all’inizio di questo articolo, più il restante ammontare del signing bonus e degli option bonus relativi alle stagioni 2025 e 2026. A tutto ciò si potrebbero, poi, potenzialmente aggiungere altri tre milioni, nel caso in cui la release avvenga dopo il terzo giorno della stagione 2026, dal momento che il contratto prevede che tale cifra diventi completamente garantita in quella specifica data.

 

Secondo scenario: la trade pre-6/1

 


La trade, in molti casi, è una buona soluzione, ma qui ci si trova a dover pescare un'altra squadra interessata.
La trade, in molti casi, è una buona soluzione, ma qui ci si trova a dover pescare un'altra squadra interessata.

Nel caso in cui i Dolphins e Tagovailoa trovassero una terza parte (un’altra squadra), disposta a trattare una trade, lo scenario sarebbe diametralmente diverso, con la franchigia di Miami che vedrebbe un +11,2 milioni sui propri libri contabili relativi alla stagione 2026.

Questo perché il dead cap relativo a tale transazione sarebbe inferiore al cap hit del quarterback, parliamo infatti di potenziali 45,2 milioni di dead cap (da sottrarre al cap hit che resta sempre di 56,4 milioni). Una cifra che è molto semplicemente la somma delle porzioni rimanenti del signing bonus e dell’option bonus 2025. La differenza, rispetto al numero derivante dalla release, è data dalla compensazione della stagione 2026 che, sebbene sia interamente garantita, costituirebbe comunque parte del rimanente contratto di Tagovailoa con l’eventuale nuova franchigia.

Vi è una fondamentale differenza tra una cifra garantita e una esercitata, ed è proprio questo il caso con il base salary e gli option bonus relativi alla stagione 2026, così come per i bonus minori sempre collegati al suddetto anno. In questo scenario apparentemente positivo però i 15 milioni connessi all’option bonus 2026 possono portare, la risultante totale della transazione, a un valore negativo e il motivo è da ricercare nell’eventuale attivazione.

Nel caso in cui l’option bonus venisse attivato, l’intero ammontare andrebbe sul groppone dei Dolphins, portando dunque la risultante ad un negativo di 3,8 milioni di dollari. Se invece i Dolphins dovessero decidere di declinare l’opzione, per poi scambiare il giocatore, allora tale cifra sarebbe a carico della squadra ricevente. I dettagli e le implicazioni di questo scenario li spiegheremo, più nel dettaglio, nello scenario di una trade post-6/1.

 

Il terzo scenario: la post-6/1 release

 

Nell’ipotesi di una release successiva al primo di giugno la sorte della franchigia di Miami sarebbe comunque negativa, dovendosi trovare a fronteggiare un dead cap di 58,4 milioni, una cifra di 2 milioni superiore al caso in cui Tagovailoa dovesse normalmente rimanere a roster. Questo dead cap rappresenta molto semplicemente la parte garantita relativa alla stagione 2026, più 3 milioni del base salary 2027, che vengono totalmente coperti al terzo giorno della stagione 2026. Trattandosi di un’ipotetica release post 6/1 abbiamo naturalmente anche un dead cap potenziale relativo alla stagione 2027, nello specifico un ammontare di 43,8 milioni, che molto semplicemente rappresentano le restanti parti del signing bonus e option bonus 2025-2026.

Questo è lo scenario di cosa accadrebbe se i Dolphins decidessero di rilasciare Tagovailoa, dopo aver attivato l’option bonus 2026, ma la lega permette a tutte le franchigie di designare fino a due giocatori del roster per una release post 6/1, anche se questa viene ufficializzata prima di tale data. La transazione e le sue relative conseguenze contabili avvengono comunque il 2 di giugno, ma questa opzione offre alle franchigie la possibilità di evitare i triggers contrattuali di cui parlavamo precedentemente.

In questo caso i Dolphins avrebbero modo di declinare l’attivazione dell’option bonus 2026, ed evitare anche che quei 3 milioni di base salary 2027 diventino totalmente garantiti. Questa ipotesi prevede un dead cap più alto nel 2026, nello specifico di 67,4 milioni e il motivo è completamente legato all’option bonus di quella stagione.

Essendo questo declinato, ma comunque garantito come da clausole contrattuali, non viene ripartito su cinque anni e dunque va a impattare immediatamente sulla contabilità della stagione in cui avviene il rilascio. Questo ovviamente fa sì che il dead cap, relativo alla stagione 2027, sia però più basso cioè di 31,8 milioni.

 

Ultimo scenario possibile: la trade Post-6/1

 


In questa sezione analizziamo l'opzione più favorevole per i Dolphins. Che probabilmente non è nemmeno all'ordine del giorno.
In questa sezione analizziamo l'opzione più favorevole per i Dolphins. Che probabilmente non è nemmeno all'ordine del giorno.

L’ultimo scenario che rimane da inquadrare è quello potenzialmente più favorevole alla franchigia di Miami, in quanto parliamo di una trade post 6/1. Anche qui però molto dipenderà dalla gestione dei Dolphins in merito all’option bonus 2026, ossia se questo verrà attivato o meno.

Nel primo caso si assisterebbe a un’apertura nello spazio salariale di 40 milioni, praticamente ciò che spetta al giocatore in termini di football giocato nel 2026, per poi avere lo stesso dead cap di 43,8 milioni illustrato nello scenario di una release post 6/1. Nel caso in cui, invece, Miami decidesse di non attivare l’opzione, la questione si farebbe davvero intricata e spinosa, data la natura totalmente garantita del bonus in questione. Un option bonus è letteralmente una somma che un giocatore riceve nel caso in cui la sua franchigia decida di attivare l’opzione, per estendere la vita del contratto.

Quando questa tipologia di bonus viene declinata, a meno di specifiche clausole, il contratto non viene immediatamente a decadere, ma la franchigia vede sparire l’eventuale restante del contratto oltre la stagione in essere. Se il bonus non è garantito in alcun modo, franchigia e giocatore andranno avanti per tutta la stagione, senza alcun vincolo monetario e il giocatore arriverà allo stato di free agent. Se, invece, il bonus in questione è stato precedentemente garantito, la gestione contrattuale rimane la stessa, ma è chiaro che la cifra non sparisce e rimane comunque presente, come potenziale dead cap, nel contratto. La differenza, dunque, sta in come viene gestito questo dead cap.

Non essendo stato attivato, l’option bonus non può ripartirsi su più anni, perché come dicevamo la franchigia perde il diritto a un’estensione della vita del contratto. Avremo, dunque, una cifra fully guaranteed ma non ripartita, essenzialmente una fetta di salario o compensazione che pesa sul cap space. Ora nel caso di una trade, non trattandosi di un prorated bonus, ma di una forma di salario garantita per quell’anno, la cifra andrebbe a carico della squadra ricevente. Ciò significa che i Dolphins avrebbero un dead cap di 13,4 milioni nel 2026, essenzialmente le parti del signing bonus e option bonus relative all’anno in cui avviene la trade. Il dead cap relativo alla stagione 2027 sarebbe, invece, di 31,8 milioni, ossia anche qui la stessa cifra illustrata nel caso di una release post 6/1.

Un contratto semplice quello di Tagovailoa, ma che presenta una serie di molteplici possibilità, nel caso in cui i Dolphins decidano di cambiare il volto della franchigia, alcuni molto costosi, altri meno.

 

Luca Corporente

 
 
 

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