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UCLA ribalta ogni pronostico e a Pasadena è show, mentre Miami nel derby avvisa Florida State


Partita perfetta al Rose Bowl per i Bruins, mentre i Lions peggiorano il ranking. Il derby del Sunshine State va a Miami. Legway trascina i Gators e delude Manning. Niente sorprese per Ohio State che affossa Minnesota.

 

La sesta settimana di college football è stata un promemoria brutale del perché questo sport sia il più affascinante e imprevedibile di tutti. Abbiamo assistito a una delle più grandi sorprese della stagione, a rivalità risolte con giocate di puro carattere e dimostrazioni di forza che hanno solidificato le gerarchie. È stato un weekend che ha lasciato cicatrici e ha ridisegnato la mappa dei contendenti.

 

La sorpresa dell'anno: UCLA risorge e batte Penn State

 


Con spavalderia Iamaleava diventa il rebus che Penn State, questa volta, non risolverà.
Con spavalderia Iamaleava diventa il rebus che Penn State, questa volta, non risolverà.

Questa è la storia che ha lasciato l'America a bocca aperta. Al Rose Bowl di Pasadena, i Bruins, dati da tutti per spacciati prima ancora di partire, hanno giocato la partita perfetta, battendo i #7 di Penn State in una sfida pirotecnica per 42-37.

Il quarterback di UCLA, Nico Iamaleava, è stato un rebus irrisolvibile per i Nittany Lions, e ha corso per 128 yard e lanciato tre touchdown. Hanno giocato con la spavalderia di chi non ha nulla da perdere, mandando in cortocircuito una delle difese più quotate della nazione. La frase del cornerback Key Lawrence, a fine partita, riassume perfettamente lo spirito della serata: "Nessuno al mondo si aspettava che vincessimo. Oggi siamo usciti e abbiamo mostrato che quel pronostico non valeva nulla". Dall'altra parte, l'amarezza del coach di Penn State, James Franklin, sempre più inviso alla fan base: "Non siamo arrivati preparati a questa battaglia". Una sconfitta che pesa come un macigno sul cammino dei Lions, usciti malamente dal ranking.

 

La rivalità: Miami si prende la Florida con carattere e un pizzico di show

 

Nel sentitissimo derby per il dominio del Sunshine State, i Miami Hurricanes hanno mandato un messaggio forte e chiaro: battendo Florida State per 28-22. È stata una vittoria di sostanza, in cui la difesa di Miami è riuscita a neutralizzare il talento avversario nei momenti chiave, mentre l'attacco, guidato da un freddissimo Carson Beck, ha capitalizzato le occasioni create.

Ma in una rivalità non conta solo il risultato. Conta anche mandare un messaggio. E CJ Daniels, wide receiver di Miami, lo ha fatto a modo suo: dopo un touchdown, si è girato verso la telecamera e ha intonato il coro di guerra di FSU. Un gesto di puro sfottò, ma anche il segnale di una squadra che si sente in pieno controllo, mentalmente e tecnicamente.

 

Il colpaccio: Texas cade a Gainesville. Manning ridimensionato, Napier per ora salvo.

 


Ad Archie Manning manca ancora quel passetto in più, nei momenti decisivi. Mentre Lagway sembra averlo nel sangue.
Ad Archie Manning manca ancora quel passetto in più, nei momenti decisivi. Mentre Lagway sembra averlo nel sangue.

Un'altra grande sorpresa della settimana è arrivata da Gainesville, dove i Gators hanno sconfitto i Longhorns con una prestazione di grande carattere, vincendo per 29-21. Pochi si aspettavano un risultato del genere, ma Florida si è resa protagonista di una prestazione caratterizzata da una grande voglia di vincere, ribaltando i pronostici della vigilia.

A guidare l'impresa è stato il quarterback DJ Lagway, che finalmente ha giocato sugli standard che ci si aspetta da un prospetto del suo calibro, trovando costantemente il suo ricevitore Dallas Wilson, autore di una partita dominante con 111 yard e due touchdown. Nonostante alcune chiamate piuttosto dubbie dalla sideline da parte di coach Napier, I Gators possono rifiatare e portarsi sul record di 2-3. Una vittoria che allontana. almeno momentaneamente. gli spettri di un cambio in panchina e che sicuramente dà un’iniezione di fiducia ad una fan base disillusa. I Longhorns escono dal ranking, con Archie Manning che delude e non riesce ancora ad essere decisivo nei momenti clutch, contro avversari sicuramente più ostici dei precedenti.

 

La prima della classe non delude: Ohio State mantiene la vetta

 


Sayin decide di asfaltare Minnesota e l'impresa gli riesce, con la collaborazione di una difesa non scalfibile.
Sayin decide di asfaltare Minnesota e l'impresa gli riesce, con la collaborazione di una difesa non scalfibile.

Mentre gli altri lottavano e cadevano, i number one del ranking hanno continuato a fare quello che sanno fare meglio: dominare. La vittoria per 42-3 contro Minnesota è stata una dimostrazione di superiorità totale, quasi chirurgica.

Il quarterback Julian Sayin è stato impeccabile (23 passaggi completati su 27, per 326 yard e tre touchdown) e la difesa è stata, come al solito, un muro invalicabile. La filosofia del coach Ryan Day è chiara: "Voglio coerenza più che spettacolo. La solidità è la base di tutto". E al momento, nessuno negli Stati Uniti collegiali è più solido di Ohio State. In molti però aspettano la prova di maturità definitiva, contro avversari più probanti.


Dopo una week così intensa, le pagelle sono nette.

Chi Sorride (UCLA&Miami): UCLA è passata da squadra senza vittorie a giustiziere di power house, firmando l'impresa della stagione. Miami ha vinto una rivalità fondamentale che conferma il suo status di contender.

Chi mangia la polvere (Penn State&Texas): la caduta di Penn State al Rose Bowl è un colpo durissimo per le ambizioni del programma. Texas, invece, perde in trasferta contro una Florida coriacea. Una sconfitta inaspettata che solleva parecchi dubbi, soprattutto su Manning che si rivela ancora troppo acerbo.

Menzione d'dnore (Texas A&M): avanza senza fare troppo rumore. La vittoria convincente per 31-9 contro Mississippi State, costruita su un gioco di corse dominante, li consolida come una realtà sempre più credibile nella SEC.

 

La prossima week, fra sfide stuzzicanti e lotte per confermarsi

 

Il prossimo weekend alza ulteriormente il livello dello scontro. Ecco quattro partite da non perdere assolutamente.

Il Big match (Ohio State@Illinois): i Buckeyes cercano di consolidare il primo posto nel ranking contro un avversario di spicco. Illinois venderà cara la pelle, con un pubblico caldissimo dalla sua parte, ma affronta una macchina quasi perfetta. Un esame di maturità importante per entrambe.

Scontro tra potenze (Alabama@Missouri): una sfida stuzzicante che pesa tantissimo per il ranking. Missouri in casa è un avversario temibilissimo, ma per battere i Crimson Tide di coach DeBoer servirà la partita perfetta, soprattutto considerando la forma eccezionale del quarterback Ty Simpson.

Continua la striscia di imbattibilità? Ole Miss ci crede (Ole Miss@Washington State): partita inedita e affascinante. I Rebels sono imbattuti, ma affrontano l'attacco esplosivo di Washington State. Se Ole Miss dovesse abbassare la guardia, potrebbe trasformarsi in uno di quegli upset che fanno storia.

La SEC entra nel vivo: i Gators alla caccia del bis (Texas A&M@Florida): Florida arriva galvanizzata dalla vittoria contro Texas. Texas A&M vuole continuare la sua marcia verso la top 4. Una partita che sicuramente testerà le reali ambizioni di entrambe. Da un lato i sogni di gloria degli Aggies, dall’altro la ricerca di un nuovo weekend d’ossigeno per i Gators.

 

Matteo Spelat

 
 
 

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